domenica 16 gennaio 2011

Rapporto tra Sla e sport: i traumi sono un fattore di rischio

        




UNA RICERCA ITALIANA DIMOSTRA CHE I TRAUMI (ANCHE SPORTIVI) SONO UN FATTORE DI RISCHIO PER LA SLA
Il punto di partenza era una statistica: in Italia l'incidenza della sclerosi laterale amiotrofica è più alto tra i calciatori che nel resto della popolazione. Ora una ricerca dell'Istituto Mario Negri di Milano spiega perché. «Abbiamo scoperto che l'aver subito tre o più traumi di una certa importanza triplica il rischio dell'insorgere della malattia», spiega ad Adnkronos Ettore Bechi, del laboratorio Malattie Neurologiche del Dipartimento Neuroscienze del Mario Negri.

In Italia ci sono circa quattromila malati di Sla. Lo studio, durato tre anni, ha coinvolto 377 pazienti, con risultato chiari: «Analisi multivariate hanno dimostrato un'associazione tra l'evento 'trauma' e la patologia, documentando un rischio relativo di 1,51. I dati raccolti consentono, così, di attribuire inequivocabilmente all'evento trauma un ruolo di fattore di rischio per la Sla».

L'intuizione è stata sottoposta a numerose verifiche: «I risultati ottenuti - spiegano dal Mario Negri - mostrano un andamento lineare: all'aumentare del numero di traumi aumenta anche il rischio di malattia. Lo stesso risultato è stato ottenuto limitando l'analisi ai traumi avvenuti 5 anni prima l'esordio della patologia escludendo così eventi forse occorsi in epoche successive all'inizio dei sintomi. Non sembra invece esserci alcuna correlazione tra il sito di insorgenza della malattia e la sede dei traumi».

Altra scoperta di rilievo è il ruolo della caffeina nel ridurre il rischio di insorgenza della malattia: «Alcune variabili da noi considerate solo come confonditori – ha spiegato ancora Bechi all'agenzia di stampa – hanno assunto un ruolo interessante. Il caffè, ad esempio, è risultato quale fattore protettivo in tutte le analisi. Abbiamo infatti scoperto un consumo minore di caffè tra i malati. D'altronde recenti studi sul Parkinson, malattia neurodegenerativa come la Sla, ha confermato l'azione benefica della caffeina in questo tipo di patologie».

venerdì 24 dicembre 2010

Percezione visiva dei Rigoristi


Chiunque abbia giocato sa cosa vuol dire fallire un calcio di Rigore e per evitare che si ripeta questa sgradevolissima situazione un suggerimento arriva dalla Scienza.

Infatti, in base a una ricerca scientifica condotta dall’Università di Exeter e pubblicata sulla rivista “Journal of Sport and Exercise Psychology”, l’ansia da prestazione legata al tiro dal dischetto arriva ad alterare la percezione visiva del giocatore, creando una sorta di “cortocircuito” tra vista e cervello.

Per scoprirlo gli scienziati hanno coinvolto circa 12 giocatori dilettanti, chiamati a tirare un primo rigore senza pretese e un secondo con la possibilità di vincere 50 sterline. Con l’aiuto di specifici occhiali tecnologici, capaci di misurare i movimenti oculari, gli scienziati hanno rilevato come, nel secondo rigore, reso più importante dalla posta in gioco, la tensione dei muscoli e degli occhi è aumentata, spingendo i rigoristi a concentrare l’attenzione sull’ostacolo più grande, il portiere.

Se, però, il giocatore vede solo il portiere, più facilmente sbaglia, perché finisce per tirare il pallone proprio su di lui, facilitandogli l’eventuale parata, e non tiene conto, invece, di eventuali traiettorie più favorevoli al tiro. Come superare l’ansia da rigore? “Scegliere in anticipo un obiettivo e tirare verso quel punto, ignorando il portiere” suggerisce il ricercatore
Greg Wood.


domenica 19 dicembre 2010

L’Esultanza dopo il Gol!

L’ esultanza probabilmente una delle espressioni più belle e gioiose del calcio e più in generale anche di altri sport, non c’è momento più topico ed è il momento che più ricordiamo, lo abbiamo scolpito nelle nostre menti legandolo ad attimi di pura euforia, basti pensare al Mondiale 82 e all’esultanza di Tardelli. E’ un atto di pura liberazione, oggi grazie all’inventiva di alcuni giocatori è ormai anche un rito colorato e copiato dai bambini nei campetti, quindi perché privarsene o privare la platea di un momento come questo? Ieri Borriello è stato fischiato per aver esultato dopo aver segnato al Milan, ma perché? Il Dibattito è Aperto:



domenica 12 dicembre 2010

Adrenalina, Ansia o Carica Agonistica?


Ansia

Carica Agonistica
 
Adrenalina e noradrenalina: come incidono questi due ormoni sulla prestazione? Una produzione eccessiva di questi ormoni, tipica di uno stato di ansia, è naturalmente negativa.
Se la produzione di adrenalina parte con troppo anticipo si arriverà al momento della partita già affaticati. Una produzione 'corretta' è invece quella che si attiva proprio poco prima della partenza, e viene solitamente percepita non come stato d'ansia ma come carica agonistica.
L'adrenalina prodotta già dal giorno prima la competizione porterà a non riposare bene di notte, ad una eccessiva sudorazione con squilibri idrici, ad uno stato di affaticamento pesante.
E' quindi opportuno sapersi controllare e probabilmente solo l'esperienza ve lo permetterà. Numerose gare renderanno l'evento più normale ed eviterà di attivare questi ormoni con eccessivo anticipo.

venerdì 10 dicembre 2010

Dinamiche di Gruppo: La Squadra

La maggior parte degli autori definisce dinamiche di gruppo  l'insieme fluido e mutevole delle interazioni e dei rapporti interpersonali tra i membri di un gruppo e la realtà sociale esterna. Tali processi sono comprensibili se riferiti ad elementi di natura affettiva, normativa, organizzativa, orientati sullo scopo o sulla relazione.

Interazione. E' un processo attraverso il quale due o più persone si influenzano a vicenda, diventando l'una per l'altra effetto e causa delle rispettive azioni. Il modello classico dell'interazione è il feed-back. Un esempio di interazione è rappresentato dai due schermitori durante un assalto, in quanto le mosse di ciascuno risultano regolate sul comportamento dell'altro.
Mentre l'interazione è una relazione sociale in quanto prevalentemente regolata da norme, valori, modelli di comportamento interiorizzati a livello di prescrizioni di ruolo, il rapporto interpersonale di gruppo risponde ad esigenze di natura affettiva. Esso è legato alla dinamica dell'attrazione, del rifiuto e del conflitto:
· l'attrazione, tra i membri di una compagine sportiva, non nasce dalla complementarietà (attrazione degli opposti), quanto dalla similarità cioè dalla comunanza di valori, credenze, atteggiamenti e tratti ritenuti importanti o ideali nell'universo sportivo. Nel gruppo sportivo essa è un dato importante in quanto permette di superare le fasi disgregative o comunque conflittuali che l'attività agonistica determina con il suo carico di ansie e frustrazioni;
· il rifiuto o repulsione è una dinamica che non implica ostilità, ma indisponibilità, indifferenza, divergenza culturale, ideologica, emotiva, più una serie di difese inconsce (proiezione, identificazione proiettiva, ecc.) che possono attivare un processo di rifiuto interpersonale;
· il conflitto è inevitabile nella vita del gruppo, e soprattutto della squadra sportiva, in cui esiste sempre un'alta tensione emotiva; anzi, la sua assenza indica un deterioramento nell'intreccio motivazionale ed affettivo tra i membri del gruppo.
Fenomeni e processi dinamici dei gruppi
1. sala degli specchi:situazione in cui tutti fungono da controllo e schema di riferimento reciproco (es. due pugili che si studiano);
2. socializzazione: il sorgere della relazione di gruppo mediante forme di comunicazione verbale e non verbale;
3. teorizzazione: interpretazione razionalizzata con cui viene spiegato agli altri il proprio o il loro modo di reagire e comportarsi nel gruppo;
4. difesa del gruppo: tacito accordo per non alterare una situazione di equilibrio e di consenso reciproco, con controllo delle ansie (es. conversazione banale su un scompartimento ferroviario);
5. capri espiatori: accordo sotterraneo per scaricare l'aggressività su un individuo interno o esterno al gruppo;
6. aggressività: ostilità competitiva invidiosa tra i membri;
7. regressione: espressione verbale di materiale inconscio contenente richieste d'attenzione, aiuto, affetto;
8. risonanza: capacità di entrare in relazione sulla base di stati d'animo comuni;
9. silenzi: rifiuto di appartenenza al gruppo o richiami di attenzione su di sé;
10. formazione di sottogruppi: il dissenso all'interno del gruppo genera fenomeni di scissione, riferibili a meccanismi persecutori.
11. polarizzazione emotiva: caratterizzata dall'orientarsi e dal convergere su di una persona dei vissuti del gruppo (es. atleta che nella squadra si oppone costantemente all'allenatore, può cumulare una propria motivazione interiore con l'incoraggiamento sotterraneo della squadra, anche se non esplicitato. Nel mentre l'atleta opposizionista soddisfa una propria esigenza legata a conflitti con le immagini autoritarie del suo passato, gratifica, in diversa misura, esigenze simili negli altri membri del gruppo).

giovedì 9 dicembre 2010

Staminali per ricostruire le articolazioni del ginocchio

Se le sperimentazioni porteranno a reali effetti positivi, grazie alle cellule staminali sarà possibile ricostruire un'intera cartilagine articolare
Uno degli incubi più diffusi tra i calciatori potrebbe svanire.
Saranno le cellule staminali i possibili strumenti per "costruire", una volta applicate, nuovi ceppi cellulari che andranno a sostituire le articolazioni rovinate. Emerge da alcuni studi scientifici presentati  a Taormina al congresso regionale "Presente e futuro nel trattamento dell'artrosi del ginocchio". La metodologia è ancora in fase di sperimentazione, Fondamentalmente si procederà estendendo le attività scientifiche finora usate per i piccoli interventi su pochi centimetri di cartilagine mancanti. Come spiegato dai relatori, l'intenzione e' quella di prelevare alcune cellule dalla cartilagine degradata per inviarle nei laboratori in modo da creare un terreno di coltura di condrociti, le unita' morfologiche e funzionali del tessuto cartilagineo. Hanno la capacita' di produrre la matrice circostante composta da fibre collagene e proteoglicani.
Nell'arco di 25 giorni la coltura sarà pronta per l'innesto da effettuare con un secondo intervento.
"L'artrosi del ginocchio e' stata sempre al centro dell'interesse medico e motivo di dibattito degli ortopedici in quanto costituisce una delle localizzazioni più frequenti delle nostre articolazioni - spiega Walter Leonardi, presidente del congresso e primario di ortopedia all'ospedale Garibaldi-Nesima di Catania- le osteotomie preventive e gli impianti protesici parziali o totali dell'articolazione del ginocchio hanno fatto sempre da padroni per la cura della patologia artrosica. Vista l'elevata richiesta funzionale da parte del paziente, l'intervento sulle articolazioni danneggiate dal processo degenerativo sta seguendo anche altre strade importanti come quella del ricorso alle cellule staminali che sono cellule multipotenti in grado di ricostruire e riparare parti del corpo umano, come il fegato, il cuore, la pelle, l'osso. Nel campo ortopedico interessano le cellule staminali che inducono alla nascita di nuove cellule cartilaginee".

lunedì 6 dicembre 2010

Come Allungare la Carriera?





Pietro Vierchowod si ritira dall'attività agonistica nel 2000, a 41 anni. In tutto ha giocato in Serie A 562 partite, quarto assoluto dietro Paolo Maldini, Gianluca Pagliuca e Dino Zoff.  Ha avuto a lungo il record di goleador più anziano della storia della Nazionale: ha segnato a 33 anni, 11 mesi e 18 giorni il 24 marzo 1993 in Italia-Malta 6-1, poi battuto il 13 giugno 2008 da Christian Panucci che ha segnato a 35 anni e 2 mesi. In Nazionale ha partecipato a 3 Mondiali e ha ottenuto 45 presenze, realizzando 2 gol.
Roger Milla prese parte anche ai mondiali americani del 1994 nonostante avesse compiuto ben 42 anni (addirittura un membro dello staff camerunense disse ad un giornalista che in realtà ne aveva 46!). In quell'edizione della Coppa del Mondo il Camerun andò molto male, ma Milla potè consolarsi con il gol realizzato alla Russia che comunque vinse 6-1. Quel gol è quello che gli permette di entrare nella leggenda: diventa il calciatore più anziano a siglare una rete ai mondiali.
Le loro Carriere appaiono superficialmente come due modi differenti di vivere lo sport, il primo tutto lavoro, impegno e vita sana, il secondo estro, gioia, entusiasmo. Eppure per certi versi sono accumunati da aspetti identici, entrambi sono 2 esempi di come passione, motivazione, abnegazione, autostima, identificazione con gli obiettivi della maglia siano ragioni più forti dell’identità anagrafica. Senza mettere in dubbio le qualità tecniche di questi due immensi giocatori ci piace affermare che la lunga durata della loro carriera e dei loro successi sia soprattutto figlia della loro forte personalità, un aspetto questo che fa realmente la differenza. La storia del calcio purtroppo è piena di talenti cristallini che però non avevano le caratteristiche psichiche e morali per vivere lo sport ad alti livelli ( Paul Gascoigne ne è un infelice esempio),
che non hanno reso come avrebbero potuto o che hanno addirittura prematuramente appeso le scarpe al chiodo.


La Volontà più dei piedi è ciò che rende dei veri Campioni: